Dai vigneti nella zona di Barbaresco, Treiso e Neive, dall’espressione più femminile del Nebbiolo.
Un vino aristocratico ma accessibile e piacevole, dall’affinamento in botti grandi di diverse dimensioni per esaltarne l’armonia e la morbidezza al palato.
I vigneti di Prunotto si estendono pe...
Dai vigneti nella zona di Barbaresco, Treiso e Neive, dall’espressione più femminile del Nebbiolo.
Un vino aristocratico ma accessibile e piacevole, dall’affinamento in botti grandi di diverse dimensioni per esaltarne l’armonia e la morbidezza al palato.
I vigneti di Prunotto si estendono per circa 65 ettari nel territorio delle Langhe e del Monferrato, frazionati in piccoli appezzamenti e singoli vigneti da cui nascono grandi vini rossi. Nel rispetto delle tradizioni piemontesi vengono prodotti anche vini da uve bianche come il Moscato d'Asti e l'Arneis, ai quali si uniscono un innovativo rosato e le due grappe di Barolo Bussia e Barbera d'Asti Costamiòle.
Barbaresco nella storia
Il nome Barbaresco deriva dal termine "Barbarica silva" per indicare un’incontaminata zona boschiva utilizzata dai Liguri per fuggire alla colonizzazione romana dell'impero di Augusto che costeggia il fiume Tanaro.
La foresta con il passare degli anni lasciò spazio alle colture collinari chiamate localmente ancora oggi "Bric" (altura collinare), termine di derivazione dell’antica lingua celtica.
Il piccolo paese di Barbaresco, a lungo conteso tra le cittadine di Alba e Asti, è storicamente difeso dall’imponente e caratteristica torre eretta nel XII secolo.
Fin dalla sua nascita il Barbaresco si affianca al Barolo come una delle più nobili ed eleganti espressioni del Nebbiolo.
Il vino Barbaresco nasce nel 1894 per volontà di Domizio Cavazza, Direttore della Scuola Enologica Reale di Alba fondata nel 1881. Il suo disciplinare ed il suo territorio sono stati definiti con la DOC del 1966 e la DOCG del 1980 e comprende i comuni di Barbaresco, Treiso, Neive e Alba.
Il2015è iniziato con un inverno caratterizzato da abbondanti nevicate che hanno garantito l’accumulo di un’ottima riserva idrica. Una primavera con temperature miti ha favorito un anticipo del ciclo vegetativo protrattosi per l’intero anno. Il successivo periodo è stato contraddistinto da un clima tendenzialmente secco e con temperature superiori alla media storica fino alla fine di agosto. Il caldo non ha influenzato minimamente la maturazione dell’uva, grazie anche alle riserve idriche presenti nel suolo. La vendemmia è iniziata il 24 settembre per concludersi il 29 dello stesso mese.